Sette Regni, sette dei, sette libri. Almeno, si spera che il dettaglio dei sette libri che alla fine comporranno Le cronache del ghiaccio e del fuoco sia vero, ma George R.R. Martin non intende metterci la mano sul fuoco. All’inizio la saga avrebbe dovuto essere una trilogia, ma il primo romanzo si è rivelato troppo lungo e lo scrittore ha progettato una tetralogia. Quando anche quest’ipotesi è crollata il suo progetto si è trasformato in due trilogie collegate fra loro. Solo che il previsto intervallo di cinque anni progettato fra le due trilogie in modo da far crescere bambini e draghi si è rivelato troppo denso di avvenimenti per un semplice prologo e una manciata di flashback, e così George ha iniziato a pensare a una saga in sette volumi, affascinato dal numero stesso. In fondo, prima che i Targaryen giungessero sul continente che ben conosciamo e fondassero il loro regno, di regni lì ce n’erano ben sette, e il numero sette è rimasto nei membri che costituiscono la Guardia reale. La certezza, però, George potrà darla solo quando avrà ultimato il sesto romanzo, Winds of Winter, opera per la quale ricomincerà a lavorare il prossimo anno.

I Sette dei sono quelli della religione più diffusa nel continente, venerati da gran parte delle nobili case con le notevoli eccezioni degli Stark, seguaci degli Antichi dei, e dei Greyjoy, seguaci del Dio Abissale.

Ciascuno dei Sette presidia a un diverso aspetto della vita, il Padre giudica le anime, la Madre è la dea della vita, della fertilità, della nascita e della pace, il Guerriero protegge ma è anche il dio della guerra, la Vecchia è la dea della saggezza e conosce il destino degli uomini, il Fabbro è il dio della crescita, della costruzione e delle abilità manuali, la Fanciulla è la dea dell’amore e della bellezza, e infine lo Straniero è considerato il volto della morte.

Sette dei ai quali sono devoti gran parte dei personaggi, ma non Melisandre di Asshai detta la Donna rossa, sacerdotessa del dio del fuoco R’hollor. È grazie al suo aiuto e ai suoi grandi ma inquietanti poteri che Stannis Baratheon, convinto che Joffery non sia figlio del suo defunto fratello, porta avanti la sua rivendicazione per il Trono di spade. Ma ogni aiuto ha un prezzo e così, in una scena che è già stata girata per la seconda stagione di Game of Thrones, le statue dei sette dei bruciano perché R’hollor è un dio geloso che non tollera altre divinità.

Così come la prima stagione, anche la seconda comprenderà 10 episodi. Martin ne avrebbe preferiti 12 perché A Clash of Kings comprende un centinaio di pagine in più rispetto ad A Game of Thrones, ma Michael Lombardo, presidente di HBO, ha affermato che non sarebbe stato materialmente possibile realizzare un maggior numero di episodi senza sacrificarne la qualità.

Parlando della prima stagione Martin ha detto di aver amato tutte le scene aggiunte dalla produzione, e di essere dispiaciuto per quelle invece che sono state tagliate, ma capisce le necessità della televisione, e visto che non erano scene essenziali è convinto che gli spettatori televisivi non ne abbiano sentito la mancanza.

Le riprese per la seconda stagione hanno preso il via, e oltre al cast già confermato – con l’ovvia eccezione degli interpreti dei personaggi morti lungo il cammino – sono entrati a far parte della produzione diversi nuovi attori. Vediamoli.

L’attore teatrale Nonso Anozie interpreta il principe di Qarth Xaro Xhoan Daxos.

Gwendoline Christie interpreta Brienne di Tarth, vergine guerriera al servizio di Renly Baratheon. La gigantesca Brienne è molto più a suo agio con indosso un’armatura piuttosto che abiti femminili, e per ricoprire il suo ruolo è stata scelta un’attrice alta 192 centimetri.

Liam Cunningham è Ser Davos Seaworth, l’ex contrabbandiere divenuto il Cavaliere delle cipolle dopo essere stato determinante nella guerra di quindici anni prima – diciassette nella serie televisiva – che ha portato Robert Baratheon a conquistare il Trono del drago. Cunningham è già apparso in Camelot, nel remake di Scontro tra titani e in La mummia. La tomba dell’imperatore dragone.

Il britannico Karl Davies interpreta Alton Lannister, personaggio totalmente assente nei romanzi. Un’ipotesi che è stata avanzata – grazie anche ad alcune indiscrezioni dal set – dal sito Winter is Coming è che si tratti di Ser Cleos Frey, al quale sarebbe stato dato un nuovo nome. Cleos è figlio di Ser Emmon Frey e Genna Lannister, perciò per dargli il nuovo cognome basterebbe semplicemente invertire le casate di appartenenza dei genitori. Un cambiamento di questo tipo potrebbe essere stato sentito necessario dai produttori per ricordare agli spettatori la parentela più importante di Ser Cleos, le cui vicende si svolgono in compagnia di Jaime Lannister. La sua presenza però è importante solo in A Storm of Swords, quindi alcune scene del terzo romanzo potrebbero essere state anticipate alla seconda stagione così come in confronto fra Jaime e Catelyn è stato anticipato dal secondo romanzo alla prima stagione.

Oliver Ford Davies interpreta Mastro Cressen, un anziano maestro che si trova presso la corte di Stannis Baratheon.

Stephen Dillane è Stannis Baratheon, fratello maggiore di Renly, sovrano giusto ma di una giustizia rigida e spietata che gli impedisce di essere amato dalla maggior parte degli uomini dei Sette Regni. Dillane ha già lavorato per HBO nel serial John Adams.

Natalie Dormer interpreta Margaery Tyrrell, l’affascinante sorella di Ser Loras Tyrrell. L’attrice inglese ha già ricoperto il ruolo di Anna Bolena in I Tudor.

Carice van Houten, già apparsa in Valkyrie e Repo Men, interpreta Melisandre di Asshai.

Gemma Whelan interpreta il ruolo di Yara Greyjoy, personaggio che nei romanzi si chiama Asha. La produzione però ha ritenuto che questo nome fosse troppo simile a quello di Osha, la donna dei bruti già vista nella prima stagione, e ha preferito cambiarlo. Per un motivo simile, non avere omonimie, già nella stagione 1 il figlio di Jon Arryn era stato battezzato Robin e non Robert.

Gemma ha già lavorato in I viaggi di Gulliver e The Wolfman, e interpreta il ruolo di una coraggiosa donna pirata.

L'attore tedesco Tom Wlaschiha è Jaqen H'ghar, un criminale proveniente dalle Città Libere in un viaggio non proprio volontario verso la Barriera.

Una cosa che potremo ascoltare è Le piogge di Castamere, canzone per la quale sono stati scritti testo e musica. Sarà interessante vedere l'effetto sugli ascoltatori, visto che la canzone è un perenne monito alla spietatezza dei Lannister, che pagano sempre i loro debiti.

Siamo in piene riprese della stagione due, ma HBO ha voluto ugualmente regalare agli appassionati un breve filmato relativo agli effetti speciali della scorsa stagione. Lo vediamo, ricordando che la serie sarà trasmessa in Italia a partire da novembre da Sky Cinema 1: