Lei, lui, l’altro. Sono tre i personaggi intorno ai quali ruota Fragile Eternity di Melissa Marr. Aislinn e Seth sono innamorati con una forza che sembra trascendere ogni cosa ma, come in ogni storia d’amore che si rispetti, il loro sentimento non può che essere contrastato dalle circostanze. In questo caso il problema è rappresentato da Keenan, sovrano della Corte dell’Estate e terzo incomodo nella loro relazione, malgrado il fatto che Aislinn per lui provi solo amicizia.

Sì, perché Keenan nel corso dei volumi precedenti, Wicked Lovely e Ink Exchange, è riuscito a fare di lei la sua regina, trasformandola in una creatura fatata. E con il mutare delle stagioni l’attrazione fra i due non può che crescere, per quanto la ragazza cerchi di rimanere fedele ai propri sentimenti e Keenan stesso sia a sua volta innamorato di Donia, sovrana della Corte dell’Inverno.

A complicare ulteriormente il rapporto fra Aislinn e Seth contribuisce la consapevolezza della mortalità del ragazzo contrapposta alla prospettiva di una vita eterna per la sua partner.

La letteratura è piena di amori che, per i motivi più vari, sono o appaiono impossibili. In questo caso l’autrice sceglie di legare i problemi a un mondo fatato invisibile ai più e governato da regole ferree. Certe cose vengono prospettate come impossibili o, al contrario, come assolutamente necessarie, giustificando così le azioni e le decisioni dei personaggi con qualcosa più grande di loro. Ma se l’intento della Marr era quello di aggiungere pathos alle varie sofferenze e frustrazioni, il risultato finale è piuttosto deludente. La sensazione è che tutta la situazione sia costruita artificialmente, con intrecci privi di senso e figure incapaci di assumersi la responsabilità per le proprie decisioni, giustificate invece da una forza naturale più grande di loro. Le azioni e le parole appaiono così nulla più che una maschera dietro la quale si cela una trama vuota come i suoi protagonisti.

Rapidi accenni alle Fanciulle dell’Estate o al fatto che dalla pelle di Aislinn traspaia la luce del sole sono troppo poco per calare realmente il lettore nei regni fatati, e anche le pagine dedicate all’Alta Corte, pur con un dettaglio a sorpresa che uno dei personaggi scoprirà a proprie spese, lasciano un’impressione di freddezza. Né va meglio con le brevi incursioni nel nostro mondo: non c’è nessuna differenza nell’atmosfera, come se non fossero davvero due realtà molto diverse pur se esistenti l’una accanto all’altra. Lo spazio dedicato alla scuola, o alle vecchie amicizie, è talmente piccolo e poco caratterizzato da risultare privo di un qualsiasi significato tanto a livello di trama quanto a livello di evoluzione dei personaggi.

Il romanzo soffre anche a causa della mancanza di una vera conclusione. Un solo avvenimento degno di nota in quasi 400 pagine, sommerso in tante altre piccole scene che non riescono a mutare la situazione iniziale.

Per terminare la saga la Marr ha in programma altri due volumi, e certo molte spiegazioni e molti avvenimenti sono necessari a sostenere una storia che, fin qui, lascia troppe cose in sospeso.

Completa il quadro generale uno stile semplice, di facile lettura ma incapace di evocare la magia di un mondo fatato.

Indirizzato a un pubblico di adolescenti pronte a commuoversi alla vista di cuori infranti e amori impossibili, Fragile Eternity mostra tutta la sua fragilità e non riesce a trovare la forza per affascinare i lettori che non rientrino completamente in questa categoria.