Ci sono persone che non cambiano, non importa  cosa gli riservi la vita, o cosa gli altri possano pensare di loro. E così essere paragonata a J.R.R. Tolkien o a Ursula K. Le Guin, ricevere i complimenti di George R.R. Martin, scalare le classifiche dei bestsellers o vedere le proprie opere tradotte in numerose lingue straniere non ha cambiato minimamente Robin Hobb. O meglio, non ha cambiato minimamente Margaret Lindholm che, indipendentemente dallo pseudonimo stampato sulla copertina dei suoi libri, è rimasta la persona semplice, disponibile e decisamente curiosa che era da ragazza.

Robin è reduce da un breve viaggio in Italia. Una settimana densa di impegni per incontrare i fan e promuovere i suoi libri. Certo, la promozione rientra nel ruolo dello scrittore che, per aumentare le proprie vendite, vede negli incontri con i fan uno dei punti di forza. Ma se per qualcuno questo può essere solo un noioso dovere, per la scrittrice americana è una magnifica opportunità.

Opportunità di visitare paesi che non conosce, innanzi tutto. Già prima della partenza la Hobb confidava ai frequentatori del suo sito di essere molto eccitata all’idea del prossimo viaggio nel nostro Paese.

Il mondo classico ha sempre esercitato su di lei un notevole fascino, come dimostra anche il racconto The Triumph contenuto nell’antologia Warriors. The Triumph è ambientato a Cartagine e non Roma, ma vede fra i suoi protagonisti uno dei più noti consoli romani, Marco Attilio Regolo, vissuto al tempo della Prima guerra punica.

Quattro anni trascorsi a studiare, fra le altre cose, la storia e la cultura dell’antica Roma, dopo essersi già accostata a quell’epoca grazie alla mitologia, l’hanno condotta a compiere in Italia numerosi viaggi immaginari. Il viaggio è così divenuto anche l’opportunità per confrontare la sua immaginazione con la realtà.

L’opportunità più grande, però, è data dalla possibilità di incontrare i fan e di conoscere meglio un’altra cultura.

Il viaggio è cominciato a Milano, dove la Hobb è atterrata per poi essere accompagnata a Parma da Alessandro e Alice. Lì ha incontrato Sara Giansante, da lei definita “la mia intrepida guida”, che l’avrebbe accompagnata per tutte le tappe del tour. E in effetti, anche se la prima cena si è svolta in un locale dalla tipica cucina locale, nei giorni successivi i continui spostamenti, spesso talmente ravvicinati da costringerle a mangiare un trancio di pizza sedute su un treno, ha qualcosa di avventuroso che può far pensare più alla vacanza di un gruppo di amici desiderosi di vedere più cose possibile in poco tempo che al viaggio di uno dei più importanti autori del suo genere.

Ma, come ha confidato la Hobb, lei adora prendere i treni durante i suoi tour, perché questo le dà l’opportunità di vedere le città e i paesaggi che sta attraversando.

E giù dal treno il suo sguardo è attirato tanto dalle bellezze artistiche del luogo quanto dai negozi caratteristici o dal profumo dei fiori e dal canto di un gufo e di altri uccelli nel centro di una città, o ancora dalla festosa confusione fatta dai tifosi di calcio durante una partita della Nazionale.

Il 12 giugno, il giorno successivo all’arrivo, sono cominciati gli impegni, ma non prima di incontrare per la prima volta alcuni membri di Bloodmemories.it, un sito di appassionati che con i loro messaggi entusiastici l’avevano fatta sentire benvenuta in Italia ancor prima di partire. E con il regalo di una maglietta realizzata per l’occasione, l’hanno anche fatta sentire una rock-star. L’incontro con membri del sito si è ripetuto praticamente in tutte le città, con volti sempre nuovi ad affiancare altri che hanno scelto di essere presenti in più di una tappa, a volte cenando anche con la scrittrice, catturata dall’entusiasmo dei fan.

Nella prima tappa la Hobb ha ricoperto il ruolo di giudice in un torneo di scrittura a squadre. Ogni squadra, guidata da uno scrittore professionista, doveva scrivere in un’ora e mezza un racconto nel quale comparivano una lingua diversa, una fenice e un personaggio dotato di un’abilità unica. Per sua stessa ammissione, in queste condizioni lei non è in grado di realizzare nulla di coerente.

Per il giudizio ha dovuto basarsi su rapide traduzioni di ogni testo, cosa che l’ha indotta a spronare i lettori del suo sito a studiare le lingue straniere per avere una vita più ricca.

Il tema della ricchezza della vita, e del dialogo fra culture diverse, torna spesso nei suoi commenti sotto varie forme. Parla delle località che le piace guardare e cercare di conoscere nel poco tempo che ha a disposizione, ma anche delle lingue straniere e del fatto che si è sentita lievemente colpevole perché non era in grado di conversare nella lingua dei suoi interlocutori e spesso aveva bisogno dell’aiuto di un interprete.