Joanne Harris è stata in Italia dal 5 al 7 novembre per la presentazione del suo nuovo romanzo, così abbiamo approfittato della sua gentilezza e disponibilità per porle alcune domande. Validamente assistiti dal traduttore Paolo Scopacasa, dopo i saluti passiamo subito alle domande.

Nascere in una famiglia con madre francese e padre inglese, cosa ha voluto dire per lei? Le ha fornito qualcosa in più per affrontare la vita? Oppure è stato un disagio?

Per molti versi entrambe le cose. Può mettere un poco a disagio essere in parte straniero, ma d’altra parte dà una prospettiva speciale alle cose. Il fatto di avere due influenze così diverse amplia molto il modo in cui si percepiscono le persone e dà una patrimonio di conoscenze più ampio.

Varie fonti parlano di una bisnonna “strega e guaritrice”… cosa c’è di vero in questo? L’ha conosciuta? Quale influenza ha avuto su di lei?

Sì,  ho conosciuto la mia bisnonna ma lei è morta quando ero bambina. Era una persona di grande carattere e anche un po' birichina, in un certo senso. Le piaceva infatti sfruttare le superstizioni delle persone, mettere alla prova le loro credenze e, naturalmente, era molto diversa dalla comunità in cui viveva.

Da ragazza le piaceva leggere?

Sì, mi è sempre piaciuto molto.

Quali erano le sue letture preferite?

Non avevo una preferenza in assoluto. Leggevo  tutto ciò che riuscivo a trovare. In particolare storie di avventure, di fantasia, di magia. Nel campo della lettura mi posso definire una onnivora.

Quando ha deciso di mettersi a scrivere? Cioè, quando ha sentito il bisogno di esprime quello che aveva nell’animo?

Ho iniziato molto presto. Già quando avevo otto/nove anni mi dilettavo a scrivere. Lo facevo per mio piacere e  non c’era nessun intendimento particolare dietro a questo, era per me una cosa naturale da fare.

Quanto c’è di Joanne Harris nei suoi persoggi femminili sia in Chocolat e sia in Maddy?

Più o meno la stessa quantità che c’è nei miei altri personaggi. Siccome cerco di approfondire molto l’intimo dei miei personaggi, è importante per me capire come essi funzionano che siano uomini o donne, buoni o cattivi altrimenti perdo interesse. Ma nonostante quello che possono pensare le persone non mi identifico specificamente con i miei protagonisti o le mie protagoniste in modo esclusivo.

In vari suoi romanzi c’è un poco di magia, vuoi nel cibo che in altro. Quale è stata la molla che l’ha fatta decidere di scrivere un romanzo fantasy in cui la magia ha una importanza preponderante?

Sì, devo dire che ho iniziato Le parole segrete in un modo leggermente diverso da come ho iniziato gli altri miei libri.

In  origine era una storia che raccontavo a mia figlia prima di andare a dormire, non ero poi tanto sicura che qualcuno l’avrebbe mai letta.  Scrivevo cose che pensavo potevano essere di suo gradimento, storie che erano piaciute a me alla sua età. Poi questa storia ha avuto una escalation ed è diventata una cosa un poco più grande, più lunga  e più significativa di quanto io pensassi. Posso dire che la colpa di ciò è di mia figlia!

Dove ha preso lo spunto per scrivere Le parole segrete?

Direi che sono leggende originarie che ho letto in  tante forme diverse perché ero interessata al modo in cui erano state tramandate oralmente prima che fossero scritte.  Tra l’altro è stata una trascrizione incompleta, perche ovviamente quando si è bambini e si sente una storia incompleta l’istinto è sempre quello di immaginare quello che succederà dopo e quindi riempire un poco i vuoti.

Per scrivere Le parole segrete si rifà molto ai miti nordici (Odino, Thor, Mondo di Mezzo ecc. ), ha dovuto fare molte ricerche?

Sono miti e leggende che mi erano familiari sin da quando ero giovane, quindi la ricerca che ho dovuto fare è stata minima, in realtà.

In particolare ho fatto una ricerca relativa al linguaggio che io volevo fosse autentico e non inventato (alla Tolkien per intenderci). Diciamo che sono diversi anni che studio le antiche lingue norrene e questa è stata l’unica ricerca che ho dovuto fare.

Ma miti e le leggende mi sono state sempre molto familiari.

Scriverà altri romanzi fantasy? Ci potrebbe essere un sequel oppure una prequel?

Non ci sarà un prequel ma devo continuare la storia, mia figlia mi dice che è inaccerttabile che io lasci i personaggi nella situazione in cui si trovano alla fine del libro.

Ha letto i libri di Harry Potter, oppure a visto i film?

Sì, ho letto i libri a mia figlia, e ho visto alcuni dei film sempre con lei.

C’è stato un periodo in cui mia figlia era molto entusiasta. Dal punto di vista del genitore o dell’insegnante penso che siano stati immensamente utili a spingere i bambini a leggere in particolare i ragazzi che non tendono a leggere molto; quindi penso siano stati molto utili. Non sono interamente sicura che avrei scelto di leggerli da sola, l’ho fatto solo per mia figlia, ma questo non toglie nulla al loro valore.

Cosa ne pensa  dei corsi di scrittura. Trova che siano utili?

Non ne ho mai fatto uno. Non sono sicura che sia possibile insegnare a qualcuno a scrivere, penso che forse si possa insegnare, dare dei rudimenti sulla grammatica e sulla struttura, forse si può insegnare qualche trucco, ma non credo si possa insegnare alla gente la creativita’.

A seconda di come ci si avvicina a questi corsi magari è possibile che si distrugga la creatività e l’originalità dell'allievo cercando di imporre un proprio stile e un proprio programma piuttosto che lasciare che lo sviluppi da sé. Penso anche che sia pericoloso dare l’idea che ci sia una facile risposta all’apprendimento di qualcosa che veramentre si può acquisire solo con la pratica e l’esperienza.

Quali sono i suoi interessi? Cosa fa quando non scrive?

Io scrivo sempre! Poi, certo, ho anche altri interessi, e sono anche numerosi. Naturalmente continuo a leggere, ascolto musica, suono, faccio arti marziali, vado a passeggiare, faccio giardinaggio insomma tante cose come molte altre persone.

Attualmente quali sono i suoi autori preferiti?

Sono molti  gli autori  preferiti ma  cambiano continuamente e sarebbe lungo fare qui un elenco. C’è una lunga lista che si può leggere sul mio sito web. Però, ribadisco, cambiano continuamente.

Le piace di più vivere in città o in campagna?

Vivo in una casa piuttosto isolata in mezzo  a un bosco e penso che questo possa rispondere alla sua domanda.