"La nostra patria sarà dove giocano i nostri figli e non dove sono sepolti i nostri padri. [...] I nostri morti li lasciamo qui. Saranno la sentinella del nostro passaggio."

Gli Ultimi Incantesimi prosegue il racconto iniziato da Silvana De Mari con l'Ultimo Elfo e l'Ultimo Orco: il mondo degli Uomini corre ancora una volta il rischio di cadere vittima della fame di conquista degli Orchi, forza distruttrice con cui è impossibile convivere o scendere a patti. E quando gli Uomini provano a trovare una mediazione, il risultato è una battaglia senza pari. Ma le morti non saranno inutili, gli umili scopriranno il coraggio, i piccoli si scopriranno forti e i normali, gli invisibili, diventeranno i migliori di noi.

Dalla quarta di copertina: "Gli ultimi incantesimi è una storia di Regine. Una storia di Guerriere. [...] Tutte dovranno imparare a combattere e a vincere, perché il futuro del mondo passa dalla libertà e dalla forza delle madri, passa dal loro diritto inalienabile di scegliere il padre dei loro figli, mostrare il viso, sentire il vento nei capelli, dal loro diritto inalienabile di non essere battute, vendute, comprate, sfruttate, ripudiate, lapidate, bruciate. Gli ultimi incantesimi è una storia di eroi involontari, improvvisati, minori, quelli bassi, i brutti, i deboli, i qualsiasi. È un coro di voci piccole. L’eroe più piccolo è un bambino terrorizzato dai mostri che vivono nell’ombra sotto il suo letto."

Caratteristiche dei libri di Silvana De Mari sono forza espressiva e incisività, il "polso" con cui la scrittrice dipinge un grande affresco che si regge sulle piccole storie di uomini e donne molto normali. Senza questi personaggi, imperfetti e proprio in quanto tale credibili, la storia rischierebbe di essere fredda e il quadro completo mancherebbe di umanità. Non succede: è facile entrare in empatia con gli eroi quotidiani e involontari della De Mari. Sono figure complesse, caratterizzate con cura, che popolano le pagine con passione. 

I libri di Silvana De Mari sono come lei, raramente si perdono in parole inutili. Questo è un romanzo duro, scritto con una tecnica incisiva in cui ogni parola pesa, ogni frase è costruita con attenzione chirurgica e senza sprechi. Il ritmo narrativo rallenta un poco verso metà racconto, ma l'autrice riprende le fila in fretta per proseguire in crescendo verso una battaglia che passa sul lettore come il galoppo dei Quattro Cavalieri. Momenti ironici e allegri si alternano alla tragedia più cupa, a racconti di coraggio, disperazione e furia. Ci troviamo davanti a un prodotto inusuale: un fantasy lungo oltre 700 pagine perché ricco di storie da raccontare e non per il contenuto annacquato.

Sicuramente il migliore dei tre libri della serie, Gli Ultimi Incantesimi non è un libro per bambini ma per ragazzi e adulti che desiderano una storia epica che, come sempre fanno le storie migliori, esce dal libro e si riflette sul mondo che ci circonda.

"Abbiate pietà per i mediocri. [...] Voi, i nati grandi, dotati, splendidi, che trasformate in oro qualunque idea su cui mettete le mani, ignorate quando sia impalpabile il confine tra l'invidia e l'odio."