Alla fase principale del lavoro hanno aderito in 17, mentre altri cinque si sono resi disponibili per fornire pareri o eventuali segnalazioni. Ci siamo divisi in cinque gruppi, ciascuno con il compito di revisionare due libri. Partiti con l'organizzazione a metà ottobre avremmo avuto tempo fino al 31 marzo perché Fanucci ci aveva detto che avrebbe voluto stampare il tutto in tempo per il Salone del Libro di Torino. Ogni gruppo, composto da persone conosciute quasi esclusivamente solo per via telematica e dislocate nelle più disparate zone d'Italia, avrebbe avuto un capo-revisore scelto tra i primissimi promotori dell’iniziativa (il primo Save Moiraine Team) e sarebbe stato responsabile di unificare le revisioni su una copia cartacea.

L'editore però non si è dimostrato lungimirante. Infatti non si è reso conto della necessità di fornire tutti i revisori di un cartaceo, e non solo il capogruppo, perché non si poteva dare per scontato che tutti avessimo a casa una copia rilegata del libro in questione, né tantomeno la stessa dell'edizione da revisionare. Infatti una prima revisione dei primi libri era stata fatta all’epoca della pubblicazione dell’edizione economica e i testi dei libri in commercio differivano in base all’edizione, quindi c’era chi di noi possedeva il libro ma non nell’edizione da revisionare.

Perciò abbiamo dovuto richiedere un secondo invio, per poter fornire tutti dell’edizione corretta. Ricevuto il testo con un ritardo di un mese, tutti i revisori si sono potuti attivare autonomamente a pieno ritmo sulla propria parte di volume.

C'è stata un'ulteriore difficoltà. L'editore avrebbe dovuto fornirci il testo inglese con il quale confrontare la traduzione italiana, ma non tutti avevano comprato i libri in inglese. Noi avremmo voluto un testo cartaceo, mentre l’editore prima ci ha detto che ci avrebbe fornito gli ebook e poi, dopo un periodo di attesa, ci ha detto che non poteva condividerli e che avremmo dovuto procurarceli noi, cosa che abbiamo fatto. In caso contrario non ritenevamo di poter fare un buon lavoro, e infatti solo grazie al confronto con il testo originale siamo riusciti a stanare tante imprecisioni e imperfezioni nelle traduzioni, e ci siamo adoperati per ripararle al meglio possibile.

In previsione del lavoro, circa un mese prima che partisse, avevamo iniziato a definire un glossario di nomi su cui intervenire, per il resto abbiamo via via creato un documento con delle nostre linee guida a cui attenerci in modo da mantenere l’uniformità dell’opera. C'è anche da dire che abbiamo più volte scritto all'editore per sapere se avremmo dovuto seguire determinate regole di formattazione e se avremmo potuto cambiare certi termini (fermo restando che ciò che compariva nel primo volume, la cui traduzione era intoccabile, sarebbe dovuto rimanere così com’era anche in seguito) ma non abbiamo mai ottenuto una risposta esauriente. Il colmo è stato che solo alla fine, dopo mesi di lavoro e di scambi di opinioni e riletture, ci hanno detto che avevano un normario e che, per via di alcune regole e per agevolare il lavoro di inserimento delle nostre correzioni, in redazione avrebbero rifiutato alcune delle segnalazioni. Se ce lo avessero detto prima avremmo tutti risparmiato tempo e fatica.

Quella che ci è venuta incontro è stata la tecnologia. Con il lettore ebook era relativamente facile fare ricerche testuali sulla versione inglese mentre con Google Groups, documenti condivisi ed email siamo stati in contatto quotidiano tra di noi e ci siamo scambiati continuamente opinioni. Questo ci ha consentito di discutere e di risolvere assieme buona parte delle difficoltà incontrate.

Ci aspettavamo un lavoro impegnativo, e infatti ha preso buona parte del nostro tempo libero anche perché il confronto con il testo originale ha più che raddoppiato il tempo dedicato alla mera correzione dell’impaginato, ma è stato anche molto soddisfacente, soprattutto quando si scovavano e correggevano gli errori, sia quelli evidenti e noti, sia quelli insospettabili (molti anche al limite del grottesco) perché poi si vedeva che il discorso finalmente filava e la lettura non s'inceppava più. E il pensiero andava ai lettori futuri che avrebbero potuto godere di un testo migliore.

Purtroppo ci aspettavamo anche l'incomunicabilità e la scarsa collaborazione dell'editore, e anche se siamo andati avanti nonostante queste mancanze non possiamo non vederle come un’ennesima dimostrazione di scarsa professionalità.

Questo vale anche per il compenso: sapendo della remunerazione a cartelle e avendo letto un po' in giro ci aspettavamo di più del forfait di poche centinaia di euro a libro, cifra non certo commisurata all'impegno necessario, né differenziata per i diversi libri e le effettive dimensioni. Lo abbiamo fatto presente, ottenendo con sorprendente rapidità (è bastata una mail convinta, il che ci ha dato da pensare…) il raddoppio ad una cifra più ragionevole, che ogni gruppo si sarebbe poi diviso.